Per loro resti sempre la loro bambina, qualcuno di cui prendersi cura, da proteggere, amare, coccolare, anche se hai 140 anni. I genitori non smettono mai di esserlo. Sono sicura che anche voi, che viviate fuori o no, ogni volta che stringete la maniglia di casa per uscire vi sentite dire le stesse identiche cose di quando andavate al liceo.
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Brasília 8 ottobre, esattamente 11 mesi di matrimonio e 4 di Brasile, eh lí, il cameriere cinquantenne gay e numerologo del ristorante a venti metri da casa, mi consiglierebbe di analizzare la cosa e le sue implicazioni. O almeno di giocarmi i numeri. Ieri, emozionata come un’adolescente, sono andata a prendere mio marito all’aeroporto: il destino infido ha voluto che
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Vi seguo fin dall’inizio. Ma facevo la fenomena, vi leggevo in silenzio, senza intervenire, perché “io mica ce li ho 30 anni”. Il concept dei miei 365 gg da 29enne è stato “SONO GIOVANISSIMA, NON HO MANCO 30 ANNI” (diffuso, affisso e inculcato a famiglia, amici, colleghi e conoscenti, anche superficiali). Oggi è l’ultimo giorno per far la giovine disinvolta.
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Premessa: io sono stata una groupie dei Take That. Ok avevo 12 anni ma giuro che li seguivo ovunque, in Inghilterra, a Sanremo, negli alberghi. Ovunque. Organizzavo con la mia migliore amica e altre pazze furibonde vacanze studio in posti improbabili sperduti in Gran Bretagna solo per andare davanti alle loro case per conoscerli. Per andare da Mark Owen abbiamo
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Di doversi trovare a rimettere mano alla propria vita, passati i 30, lo augurerei sia alla mia migliore amica, sia alla mia miglior nemica. È una sfida avvincente e impegnativa che sembra non dover finire mai, che sai quando inizia e non sai quando terminerà e che ti scombussola considerevolmente. È un po’ come sentirsi dentro il vento e sapere di dover stringere i denti
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