Trentenne libera

Trent’anni il 27 maggio, una bellissima festa con gli affetti cari e una triste consapevolezza, quella che si deve crescere, o forse quello che si aspetta la società da una trentenne, ovvero che si diventi donna.
Dura per chi come me, è in continua lotta con le responsabilità, i doveri e le etichette.
Insieme agli auguri le frasi di circostanza: “Bhè ora quando ti sposi? E i figli?”, e tu vorresti urlare che niente di più come matrimonio e figli è ciò da cui scappi oggi.

Photo by frank mckenna on Unsplash

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Ti autoanalizzi, razionalizzi che in fondo la normalità per una donna sia quella di diventare madre e moglie, di costruire una famiglia con amore, eppure non sono vesti che ti appartengono, quello che per tanti è normalità, per te è quasi prigione.
L’incubo che un giorno possa sentirti in gabbia senza via di uscita è la paura più grande. Amo l’idea di poter amare il mio compagno, non per un anello al dito, ma per il cuore che batte, fuggo dall’idea di dover fingere un giorno per amore dei figli di amare il loro padre, perché per i figli a volte ci si priva della felicità, ci si priva della libertà.
O forse semplicemente ci sono persone che nascono più libere di altre, da sempre mi sono sentita diversa, non ho mai sognato l’abito bianco, ho solo sognato la passione di un amore folle che sei anni fa mi ha letteralmente travolta come un uragano.

Photo by Roberto Nickson (@g) on Unsplash

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Essere eternamente fidanzata, con una porta aperta alla fuga quando ti senti stretta o soffocata, questa è la mia isola felice.
L’isola su cui abito oggi, libera da obblighi morali, libera di scappare a casa mia tra le montagne dove sono nata, libera di rifugiarmi negli abbracci dei miei, libera di viaggiare con un’amica, libera di godermi la solitudine, libera di scandire ogni ora della mia vita LIBERAMENTE.
Il famoso desiderio che nulla cambi, irrealizzabile nell’esistenza dell’essere umano, per natura sottoposto alla continua evoluzione, eppure il mio più autentico desiderio.
E proprio mentre scrivo queste poche righe sale l’ansia di dover, prima o poi, dover rinunciare alla spensieratezza della giovinezza, alla leggerezza dell’incertezza per dar spazio alla pianificazione forzata, ai famosi progetti di vita.

Photo by The Roaming Platypus on Unsplash

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Eppure, sarebbe bello poter vivere senza progettare, senza scadenze, senza aspettative, farsi trasportare dagli eventi a briglie sciolte.
Oggi, dopo essere diventata avvocato, aver compiuto trent’anni preparo la valigia per una nuova avventura, già perché se dovessi scegliere una colonna sonora della mia vita sceglierei “ Vado al massimo”, sì, perché voglio vivere a mille, voglio viaggiare, ancora e ancora, voglio una vita intensa, appassionata, travolgente e la voglio adesso, non tra vent’anni quando forse non sarò più capace di ballare sui cubi di una discoteca di Ibiza!

Floriana S.
itrentenni@gmail.com

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