A vent’anni pensavo che averne trenta significasse avere certezze, risposte alle domande. Ne ho 32, un marito, una figlia, un lavoro (almeno fino a gennaio, ma sono sicura che qualcosa troverò). Eppure, oltre all’apparenza di questa perfezione c’è tanta fragilità. Prima di avere la nostra bimba eravamo due specializzandi in carriera. Ma da quando c’è lei, ho messo da parte
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Ognuno ha le proprie motivazioni per tollerare poco o scegliere di non dover tollerare più. Ognuno ha i suoi anni alle spalle di pazienza accumulata e poi finita. Si deve tollerare chi ha deciso di non tollerare. Problemi piccoli, problemi grandi… ricordiamo che il centimetro è soggettivo ed i problemi degli altri son sempre poco rilevanti rispetto ai nostri drammi. Io, per esempio,
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Buongiorno Presidente della Regione, prima di scriverle ci ho pensato seriamente, ma una cosa gliela voglio dire ugualmente perché ce l’ho qui sul gozzone. Concordo pienamente con lei, nel ritenere irresponsabile chi, in preda al panico da coronavirus, nella notte di sabato ha preso un treno, un bus, un passaggio in auto per tornare giù. Capisco e condivido il suo
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Chi vi scrive è Cosimo, 32 anni, tra una pausa e l’altra del mio smart working in questi giorni “particolari”. Non è un caso che l’inizio della mia lettera parte con le parole di una canzone di Vasco, perchè racchiude a pieno i miei ultimi 4 mesi di vita, da quando in un freddo giorno di ottobre, la mia ragazza
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Il mio compleanno mi ha sempre dato strane sensazioni: angoscia, del tempo che passa e nostalgia, di ciò che di bello non tornerà più. Quest’anno per mille ragioni è inevitabilmente tutto più amplificato. Sono 30, cifra tonda, come si dice dalle mie parti, numero che sembrava sempre così lontano. “É il momento di crescere, di avere le idee chiare, pronta a diventare
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