30 anni + 1 e una vita da ricostruire

Ho 31 anni e da sempre avevo immaginato questa fase della vita in modo diverso; credevo questi sarebbero stati gli anni in cui ogni tassello si sarebbe messo al suo posto e anche quello a cui prima non si riusciva a dare un senso, adesso avrebbe iniziato ad averlo.
Mi sono diplomata con ottimi voti, laureata altrettanto bene, una tesi sperimentale fuori dagli schemi: “La studentessa modello”; “Andrà lontano” dicevano.
Primo stage, a pochi mesi dalla laurea, poi trasformato in contratto a progetto, una relazione stabile da anni, un fidanzato bello ed innamorato, posizione lavorativa stabile, progetti per un futuro insieme.

Photo by Mahkeo on Unsplash

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Tutto sembrava rispettare il disegno che sia io, sia la mia famiglia, credevamo essere quello giusto. Purtroppo, nulla è andato come previsto e lo scontro con la vita reale è ben presto arrivato: i primi fallimenti, le prime delusioni, il primo cuore infranto!
Il problema è che non sei preparato, non sai come affrontarla questa nuova realtà, nessuno ti ha dato gli strumenti e tu non ti sei preoccupato di procurarteli perché, fino ad allora, era andato tutto bene.
Ti rendi conto che il rapporto impegno/risultato non è affatto direttamente proporzionale.
Il contratto a progetto non viene trasformato in un’assunzione: “Mancano i fondi”.

Photo by Marvin Meyer on Unsplash

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Il fidanzato perfetto, che poi tanto perfetto non è, ha dei dubbi sulla relazione e sull’idea di volersi impegnare tutta la vita: si scopre poi a postumi che se la faceva con una collega.
La tua famiglia, che fa parte di un’altra generazione, con altri valori, vissuta nel BOOM economico, anziché esserti di supporto, è un po’ stranita, non si capacita di come a 25 anni (ora posso dire: avevo SOLO 25 anni), anziché progredire, la tua vita abbia invece subito una battuta d’arresto.
Azzarderei dire una retrocessione.
Così trascorri quel periodo, tra i 25 e i 30 anni, a ricostruirti una nuova identità sociale e professionale tra momenti di sconforto e solitudine.

Photo by Leon Biss on Unsplash

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Arrivi finalmente a 30 anni, la famigerata 1° tappa importante dell’età adulta, il lavoro, anche se non è quello che sognavi, inizia a darti alcune stabilità, quantomeno dal punto di viste economico; la vita privata inizia a sistemarsi: sei riuscita a crearti un nuovo giro di amicizie, finalmente incontri una persona che mai avresti pensato potesse farti stare così bene ed inizi a credere che forse i fallimenti e le difficoltà degli anni precedenti servivano proprio a portarti lì, lì dove puoi sentirti a casa.

Photo by Kari Shea on Unsplash

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Purtroppo, però, la vita non è come una fiaba Disney, dove il protagonista, dopo aver affrontato 1000 avversità, può avere finalmente il suo lieto fine; non puoi abbassare la guardia perché tutto ti crolla addosso un’altra volta, e mentre i tuoi amici ti invitano a matrimoni e babyshower tu devi pensare nuovamente a come ricostruirti.
Fortunatamente, ora, a differenza che in passato, so che non si possono avere certezze assolute sul futuro o dalla vita e che non si è né falliti né sbagliati se la società o gli eventi ti obbligato a reinventarti da capo.
Da bambini, anziché insegnarci che la vita ha delle tappe ben precise e solo se le rispetti sei nel giusto, dovrebbero insegnarci a progettare, non solo un piano B, ma anche uno C e D.

E.
itrentenni@gmail.com

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