Brutta cosa perdere pezzi di vita per strada.
Mollo tutto: lui, la casa in ristrutturazione, aspettative degli altri su di me, aspettative mie su di noi, aspettative sue su di noi.
Tutto buttato nel cestino. Canc.
I misteri della nostra psiche.
E allora, riparto da zero, mi rimbocco le maniche, esami di coscienza su esami di coscienza.
Ma sono troppo instabile, senza equilibrio, alterno momenti in cui sono una trentenne seria ad altri in cui i postadolescenti sono più maturi di me. Altri esami di coscienza.
Per ora alterno frequentazioni con uomini sposati o divorziati, coetanei o quasi allo sbando emotivo e ragazzi molto più giovani di me (ma maturi dentro, almeno questo concedetemelo!) con obiettivi molto chiari in testa. Il tutto non contemporaneamente e non necessariamente in quest’ordine.
Dove mi porterà tutto questo? Non lo so. Sono sicura che a breve seguirà altro esame di coscienza.
Torno a casa e mi aspetta un anno di stage (in un’azienda che “wow” non potevo desiderare di meglio), sottopagato, senza orari, senza festività (perchè la presentazione della collezione cade proprio il 9 dicembre o il 3 giugno, e quindi chi se ne frega delle festività), senza vita privata (ma si sacrifichiamola un pò, cosa sarà mai).
E poi, tadadan…non mi assumono.
Sai è il 2009, inizia la crisi le aziende non assumono, preferiscono fare il valzer degli stagisti piuttosto che investire in una risorsa. Mi rimbocco le maniche e arrivano altri due stage, fino a che arriva il contratto di sostituzione maternità e poi il determinato e infine anche l’indeterminato.
Obiettivo raggiunto (si, credevo io..quale ingenuità!).

IL PATTO
- Ho uno straccio di indeterminato, che in tanti mi invidiano
- Stipendio base dopo 4 anni che lavoro nella stessa azienda
- Nessuna possibilità di aumento
- Nessuna possibilità di crescita, con l’aggravante che appena faccio presente che il mio obiettivo sarebbe quello di crescere la risposta che sento arrivare è che se facessero crescere tutti chi li farebbe poi i lavori basic (inserire parole in inglese fa molto azienda seria!).
- Non sono più junior, quindi sono fuori dal valzer degli stages, ma anche di tutti quei lavori a tempo determinato
Risultato: mai perdere la fiducia in me. Sperare. Impegnarsi. Farsi valere. Lottare. Non smettere mai di cercare. Sono in trappola, ma in tutti i film c’è una via d’uscita. Ci sarà anche qui. Devo solo trovarla.
IL CONSIGLIO
Risultato: troppo tardi tirare le somme a trentanni.
Bisogna tirare le somme ogni sei mesi, periodicamente. Come fare il tagliando alla macchina. Segnarsi in agenda il giorno x e mettersi lì a tavolino. Porsi un paio di domande. Passare al setaccio tutto: studio, lavoro, famiglia, affetti, se stessi. Trovare le risposte. Perchè io credo nel destino, ma il destino va aiutato.
itrentenni@gmail.com
itrentenni
Riflessioni, propositi, affanni, sogni, ricordi, speranze, cicatrici, obiettivi, preoccupazioni, desideri. Parole sparse, pensieri e riflessioni. Voglia di raccontarsi o semplicemente di sentirsi come a casa.
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Jane
…mi ritrovo nelle tue parole…tranne che per la relazione…faccio parte di quelle persone fortunate che hanno avuto la fortuna di Cenerentola di incontrare il principe azzurro.
Io il bilancio su dove sono e chi sono lo faccio ad ogni mio compleanno…giorno difficile da dimenticare… così non ho alibi
Forza Filippa xche ci sono persone che dicono che i trentenni di oggi sono i nuovi ventenni… X cui forza e coraggio!!!!
Silosa
Ma se i trentenni sono i nuovi ventinni, i ventenni chi sono?
Anna
Quanta forza e quanto coraggio nelle tue parole! E arrivano proprio oggi che sono in una situazione estremamente simile, a trentunanni compiuti. Allora una via d’uscita alle vite-trappola c’è??