33 anni e non sentirli, aspettate forse un po’ li sento.
Soprattutto quando il venerdì sera vado in discoteca e il giorno dopo sono un mezzo zombie per ventiquattro ore filate o quasi, dipende.
33 anni e non sentirli o forse sì.
Soprattutto quando in TV trasmettono “Alla ricerca della valle incantata” e tra le info del film, trovi una data troppo lontana ma fai finta di niente. Mica ero tanto giovane quando è uscito o forse sì? Che importa poi?
Mica li fanno più quei cartoni là, quelli senza quel miscuglio di effetti digitali che al contrario di quello che dicono, ai quei cartoni un po’ di umanità la tolgono. Ho per caso detto: “Mica fanno più quei cartoni là?”
33 anni e sentirli eccome, mica è un male però. Parliamoci chiaro, forse la mattina ci mettiamo un po’ più di tempo a lasciare il piumone d’inverno o a truccarci (sempre che non si ricorra ai benedetti occhiali) e magari siamo pure costrette a prestare più attenzione a cosa mangiamo e ci spingiamo in palestra ogni giorno.
Ci guardiamo intorno e con un certo orgoglio delle volte diciamo “Voglio vedere se le ventenni di oggi arrivano alla nostra età così”.
No, loro ci arriveranno sicuramente più fighe di noi ma mica dobbiamo dirglielo per forza. Siamo la generazione dei dimenticati, quelle che devono rimanere incinte per forza “Vedi che l’orologio biologico avanza”, quelle che se entro i 30 anni non hanno ancora indossato l’abito bianco passano da single a zitelle.
Quelle e quelli del massimo 29 anni, che se non trovi un lavoro prima di quella data sei praticamente carne da macello. Siete matti?
Parliamoci chiaro. Siamo donne e uomini che ne hanno viste, che hanno vissuto il passaggio dalla cassetta alla musica MP3, che avevano lo Startac come primo telefono e quel Nokia che neanche se lanciavi nel muro si distruggeva. Siamo quelli che si fanno ancora i selfie con le amiche ma senza la bocca di gallina e soprattutto vestite.
Insomma anche tra noi trentenni ci sono le eccezioni.
Siamo quelli che per l’Italia non fanno parte né degli Under e né degli Over e che non comprendono bene se quando si parla di lavoro giovanile in calo facciano ancora parte o meno della categoria.
33 anni e sentirli, quando in macchina con le amiche canti ancora a squarciagola“Laura non c’è” che poi mica era tanto male che la Laura di Nek non ci fosse. Siamo i laureati disoccupati, i quasi giovani ma forse più anziani.
Non credeteci, perché siamo terribilmente fighi.
Negli ultimi anni non ho mai avuto la voglia di festeggiare il mio compleanno, come se l’arrivo di questo giorno mi portasse a riflettere troppo su quello che sognavo a vent’anni e quello che poi invece sono diventata oggi.
No, non sono diventata quello che volevo ma sono diventata una donna con le palle e non è da tutti.
Ho preso decisioni difficili, ho lasciato una relazione stabile e sicura perché non sentivo più i brividi e anche a trent’anni quei brividi si pretendono. Se mi chiedono cosa voglio fare da grande, rispondo ancora “La giornalista, la scrittrice”, perché è quello che voglio fare e non permetterò a un’età anagrafica che mi rema contro di farmi cambiare idea.
Sì, ero una testarda a vent’anni e lo sono ancora. Non importa se quando vado nei negozi mi danno del Lei, chiamandomi signora o forse un po’ importa. “Ti sembro una signora?” mi verrebbe da urlare, mi limito a dire “No, signora no però” anche se vorrei specificare “Prima o poi chiameranno anche te signora”.
Ancora non mi offrono i posti in pullman, però i ventenni della mia generazione ti aprivano la portiera della macchina.
Quest’anno pensandoci bene, questo compleanno lo voglio festeggiare.
Sono orgogliosa della trentenne che sono diventata, certo, per avere trent’anni e passa oggi di fegato ne devi avere, ma tanto… Anche perché non si è più abituati a bere alcolici senza quasi collassare. Scherzi a parte, sono tornata a casa di mia madre, ho ripreso la mia vita in mano e ho deciso che, visto che di questa vita ne abbiamo una sola, voglio provare a essere quello che volevo a vent’anni, però, con il cervello di una di trenta
Chi lo dice che alla nostra età dobbiamo accontentarci? Non rischiare? Rilassarci ogni sera sul divano (Naturalmente questo sì, mica possiamo perderci le nostre puntate delle serie Tv). Sono quella che nell’amore mica ci crede più, però poi scrive romanzi che parlano proprio di questo.
Siamo la generazione degli ex romantici, di quelle che sognavano il principe azzurro ma che poi s’innamoravano sempre del bastardo di turno, come adesso.
Sono quella che un giorno pensa “Ormai” e si deprime con un pacchetto di patatine in mano.
Sono quella che il giorno dopo è già pronta a rialzarsi e a combattere per quello che vuole. Non importa cosa volete coetanei trentenni, questa è l’età giusta per prenderselo.
Non adagiatevi, non pensate che ormai il bello della vita è passato, solo perché abbiamo freddo a guidare lo scooter e dopo una giornata di lavoro ci addormentiamo alle dieci. Lo fanno anche i ventenni. “Ormai” quanto è tremenda questa parola. Ormai niente.
Ormai sono fatta così e ho 33 anni, ormai non mi cambia più nessuno.
Ormai, con l’altro significato è un no.
Urlate contro il mondo anche se vi prenderanno per pazzi. Fa niente, continueranno in molti a non aver vissuto quello che abbiamo vissuto noi e se mi chiedessero di avere vent’anni oggi o di rivivere i miei vent’anni negli anni ’90, sorriderei pensando a Brenda Walsh e Dylan Mackay e: “Cosa vi siete persi”, aggiungerei.
Anna Magnani una volta disse: “Lasciamele tutte le rughe, non me ne togliere nemmeno una, che ci ho messo una vita a farmele!”.
Anna, da Anna a Anna io le rughe ancora non le ho, Tiè.
Questo spazio è dedicato alle vostre storie. Riflessioni, propositi, affanni, sogni, ricordi, speranze, cicatrici, obiettivi, preoccupazioni, desideri. Parole sparse, pensieri e riflessioni. Voglia di raccontarsi o semplicemente di sentirsi come a casa. Scriveteci a itrentenni@gmail.com
33 anni e non sentirli o forse sì?
itrentenni33 anni e non sentirli, aspettate forse un po’ li sento.
Ho per caso detto: “Mica fanno più quei cartoni là?”
Siamo la generazione dei dimenticati, quelle che devono rimanere incinte per forza “Vedi che l’orologio biologico avanza”, quelle che se entro i 30 anni non hanno ancora indossato l’abito bianco passano da single a zitelle.
Siamo quelli che si fanno ancora i selfie con le amiche ma senza la bocca di gallina e soprattutto vestite.
Siamo i laureati disoccupati, i quasi giovani ma forse più anziani.
Se mi chiedono cosa voglio fare da grande, rispondo ancora “La giornalista, la scrittrice”, perché è quello che voglio fare e non permetterò a un’età anagrafica che mi rema contro di farmi cambiare idea.

Soprattutto quando il venerdì sera vado in discoteca e il giorno dopo sono un mezzo zombie per ventiquattro ore filate o quasi, dipende.
33 anni e non sentirli o forse sì.
Soprattutto quando in TV trasmettono “Alla ricerca della valle incantata” e tra le info del film, trovi una data troppo lontana ma fai finta di niente. Mica ero tanto giovane quando è uscito o forse sì? Che importa poi?
Mica li fanno più quei cartoni là, quelli senza quel miscuglio di effetti digitali che al contrario di quello che dicono, ai quei cartoni un po’ di umanità la tolgono.
33 anni e sentirli eccome, mica è un male però. Parliamoci chiaro, forse la mattina ci mettiamo un po’ più di tempo a lasciare il piumone d’inverno o a truccarci (sempre che non si ricorra ai benedetti occhiali) e magari siamo pure costrette a prestare più attenzione a cosa mangiamo e ci spingiamo in palestra ogni giorno.
Ci guardiamo intorno e con un certo orgoglio delle volte diciamo “Voglio vedere se le ventenni di oggi arrivano alla nostra età così”.
No, loro ci arriveranno sicuramente più fighe di noi ma mica dobbiamo dirglielo per forza.
Quelle e quelli del massimo 29 anni, che se non trovi un lavoro prima di quella data sei praticamente carne da macello. Siete matti?
Parliamoci chiaro. Siamo donne e uomini che ne hanno viste, che hanno vissuto il passaggio dalla cassetta alla musica MP3, che avevano lo Startac come primo telefono e quel Nokia che neanche se lanciavi nel muro si distruggeva.
Insomma anche tra noi trentenni ci sono le eccezioni.
Siamo quelli che per l’Italia non fanno parte né degli Under e né degli Over e che non comprendono bene se quando si parla di lavoro giovanile in calo facciano ancora parte o meno della categoria.
33 anni e sentirli, quando in macchina con le amiche canti ancora a squarciagola “Laura non c’è” che poi mica era tanto male che la Laura di Nek non ci fosse.
Non credeteci, perché siamo terribilmente fighi.
Negli ultimi anni non ho mai avuto la voglia di festeggiare il mio compleanno, come se l’arrivo di questo giorno mi portasse a riflettere troppo su quello che sognavo a vent’anni e quello che poi invece sono diventata oggi.
No, non sono diventata quello che volevo ma sono diventata una donna con le palle e non è da tutti.
Ho preso decisioni difficili, ho lasciato una relazione stabile e sicura perché non sentivo più i brividi e anche a trent’anni quei brividi si pretendono.
Sì, ero una testarda a vent’anni e lo sono ancora. Non importa se quando vado nei negozi mi danno del Lei, chiamandomi signora o forse un po’ importa.
“Ti sembro una signora?” mi verrebbe da urlare, mi limito a dire “No, signora no però” anche se vorrei specificare “Prima o poi chiameranno anche te signora”.
Ancora non mi offrono i posti in pullman, però i ventenni della mia generazione ti aprivano la portiera della macchina.
Quest’anno pensandoci bene, questo compleanno lo voglio festeggiare.
Sono orgogliosa della trentenne che sono diventata, certo, per avere trent’anni e passa oggi di fegato ne devi avere, ma tanto… Anche perché non si è più abituati a bere alcolici senza quasi collassare.
Scherzi a parte, sono tornata a casa di mia madre, ho ripreso la mia vita in mano e ho deciso che, visto che di questa vita ne abbiamo una sola, voglio provare a essere quello che volevo a vent’anni, però, con il cervello di una di trenta
Chi lo dice che alla nostra età dobbiamo accontentarci? Non rischiare? Rilassarci ogni sera sul divano (Naturalmente questo sì, mica possiamo perderci le nostre puntate delle serie Tv).
Sono quella che nell’amore mica ci crede più, però poi scrive romanzi che parlano proprio di questo.
Sono quella che un giorno pensa “Ormai” e si deprime con un pacchetto di patatine in mano.
Sono quella che il giorno dopo è già pronta a rialzarsi e a combattere per quello che vuole. Non importa cosa volete coetanei trentenni, questa è l’età giusta per prenderselo.
Non adagiatevi, non pensate che ormai il bello della vita è passato, solo perché abbiamo freddo a guidare lo scooter e dopo una giornata di lavoro ci addormentiamo alle dieci.
“Ormai” quanto è tremenda questa parola. Ormai niente.
Ormai sono fatta così e ho 33 anni, ormai non mi cambia più nessuno.
Ormai, con l’altro significato è un no.
Urlate contro il mondo anche se vi prenderanno per pazzi. Fa niente, continueranno in molti a non aver vissuto quello che abbiamo vissuto noi e se mi chiedessero di avere vent’anni oggi o di rivivere i miei vent’anni negli anni ’90, sorriderei pensando a Brenda Walsh e Dylan Mackay e: “Cosa vi siete persi”, aggiungerei.
Anna Magnani una volta disse: “Lasciamele tutte le rughe, non me ne togliere nemmeno una, che ci ho messo una vita a farmele!”.
Anna, da Anna a Anna io le rughe ancora non le ho, Tiè.
Anna Bells Campani
itrentenni@gmail.com
itrentenni
Riflessioni, propositi, affanni, sogni, ricordi, speranze, cicatrici, obiettivi, preoccupazioni, desideri. Parole sparse, pensieri e riflessioni. Voglia di raccontarsi o semplicemente di sentirsi come a casa.
Scriveteci a itrentenni@gmail.com
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