5 motivi per cui amerete per sempre i Take That

Premessa: io sono stata una groupie dei Take That. Ok avevo 12 anni ma giuro che li seguivo ovunque, in Inghilterra, a Sanremo, negli alberghi. Ovunque. Organizzavo con la mia migliore amica e altre pazze furibonde vacanze studio in posti improbabili sperduti in Gran Bretagna solo per andare davanti alle loro case per conoscerli.

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Non si vede bene, ma anch’io (quel mostro a destra) avevo la maglia dei Take That, che sia chiaro.

Per andare da Mark Owen abbiamo fatto questo: treno da Chester a Lancaster. Bus da Lancaster a Lake District. Taxi da Lake District alla casa di Mark Owen.  Con ritorno disastroso dopo le lacrime versate perché lui era di cattivo umore e non ci aveva molto considerate… quindi ci siamo incamminate verso una fattoria sperduta e grazie a un buon uomo che con la sua Jeep ci ha riaccompagnate al bus siamo riuscite a tornare a casa senza dove aspettare il taxi al quale avevamo dato appuntamento alle 8 di sera.

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Tragedia, Mark Owen era di cattivo umore.

Come facevamo ad avere gli indirizzi? Sono misteri ai quali nemmeno noi sappiamo dare risposta. Ricordo che c’era una certa Eleonora che sapeva tutto e nella sua agenda nera c’era racchiuso il Sacro Graal. Mi ricordo anche che odiavo le fan che piangevano. Proprio le odiavo. E poi quando Howard – il mio preferito – è uscito da casa sua a Manchester per recuperare il gatto che era scappato e io ero a 1 metro di distanza da lui, ho iniziato a piangere. Era troppa l’emozione.

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Valli di lacrime col gatto di Howard.

Io, Claudia, Francesca ed Elena avevamo anche partecipato ai provini di Bravo Bravissimo presentandoci con ciclisti, maglietta con le loro facce, ginocchiere e bandana in testa con il balletto di “Sure”. Non ci hanno prese.
Erano due i nostri miti di allora: la giornalista del Corriere della Sera Maria Volpe che li intervistava sempre  e la Patty, una ragazza molto più grande di noi che – si diceva – fosse addirittura riuscita ad avere un affaire con Robbie e che ogni volta che venivano in Italia lei si prendeva una stanza nello stesso albergo loro… un idolo per noi. Amatissima e odiatissima al tempo stesso.

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Vi risparmio i momenti di grandissima tristezza al limite della decenza quando Robbie lasciò il gruppo e quando loro decisero di dividersi. “Remember forever Take That together”.

Detto ciò martedì scorso sono andata DA SOLA a vederli al Forum d’Assago di Milano grazie alla D’Alessandro e Galli.
Come ben sapete ora sono in tre… cioè è andata più o meno così la loro carriera: “se prima eravamo in 5 a ballare l’Hully Gully, adesso siamo in 4 a ballare l’Hully Gully. Se prima eravamo in 4 a ballare l’Hully Gully, adesso siamo in 3 a ballare l’Hully Gully…”. Dopo la TRAGEDIA con T maiuscolissima dell’abbandono di Robbie Williams anche Jason Orange recentemente ha deciso di lasciare il gruppo come un contemporaneo Jack Frusciante.
E quindi dopo un momento iniziale di nostalgia potente nel vedere il Forum D’Assago che non strabordava come nel lontano 18 Aprile 1995 quando – per la prima volta – suonarono in Italia, sono scesa dalla tribuna stampa dove stavo e sono andata sotto sotto sotto al palco. Talmente sotto che vedevo solo le facce.

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E da quel momento non ho capito più niente. Me ne sono fottuta di tutto e ho iniziato a ballare e cantare come se non ci fosse nessuno intorno. E quindi? E quindi per me che dopo i Take That ho iniziato ad ascoltare solo i Nirvana, Pearl Jam, Bob Dylan e Janis Joplin, continuano ad essere la BOY BAND numero 1.
Perché? Per questi 5 motivi:

1 – Fanno ancora della musica pop che spacca. Non importa se anche voi come me conoscete solo Patience, Shine e Greatest Day delle canzoni che hanno scritto da dopo la reunion. Ascoltatevi Let in the Sun e Flaws e tornerete indietro nel ’95 quando l’unico vostro pensiero era quello di avere l’ultimo Cioè con il loro poster e sperare che Pippo Baudo o Mike Bongiorno li invitassero a qualche trasmissione italiana.

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2 – Ballano come ballavano allora. GIURO. Mark e Howard proprio su Flaws al concerto hanno fatto un passo a due che alla fine si sono abbracciati quasi a dire: “ce l’abbiamo fatta!!!!”. Bravi. In scaletta ci sono Could it be magic e Pray con tanto di balletto. Si, balla anche Gary, che nel frattempo da cicciobombocannoniere è diventato un figo pazzesco.

3 – Si alzano le magliette come allora e i vostri ormoni da trentenni single/gay/milf/gay/sposate/gay/fidanzate/gay/zitelle/lesbiche (si, lesbiche)/ asessuati/gay/ hardcore impazziranno.

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4 – Dentro di voi lo sapete che prima o poi ci sarà una nuova ESALTANTE reunion con anche Robbie e non vedete l’ora di poter portare vostra figlia…..che ancora deve nascere…

5 – Non ci sarà band migliore per farvi ritornare un po’ bambine, riassaporare quei momenti unici della vostra infanzia, quando tutto sembrava possibile, quando gli amori erano impossibili e il futuro era lì pronto per essere azzannato e voi, noi ci sentivamo invincibili.  E tutto questo succederà con “Never Forget” come sottofondo… “And we’re still so young and we hope for more “

Silvia de I Trentenni

itrentenni@gmail.com

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Io sono Silvia, ho 33 anni e faccio la giornalista e l'attrice. Amo ascoltare le storie delle persone e raccontarle nuovamente, a modo mio. Cerco sempre di trovare il lato divertente delle cose. Rido spesso di me e amo l’ironia, in tutte le sue forme.
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