Paolo Sorrentino non va capito, non va difeso, non va spiegato. Il cinema di Paolo Sorrentino va toccato.
“Perché toccandosi si capiscono molte più cose. Ma la gente preferisce parlare”. È questo il pensiero della massaggiatrice dell’ex compositore e direttore d’orchestra Fred Ballinger (Michael Cane) che solo dopo aver toccato la pelle del suo cliente, dichiara che il massaggio del giorno sarebbe stato differente, perché ha riconosciuto che è stressato, anzi, emozionato. “Youth – La Giovinezza” non avrà bisogno di tante parole per essere raccontato e capito. E chi dice che il regista è sempre più Felliniano e che per “capire” il suo cinema bisogna essere un po’ sognatori, penso non abbia colto davvero l’essenza del suo linguaggio.
Perché in “Youth – La Giovinezza” racconta con estrema semplicità temi e sentimenti universali. “Semplice” è infatti la parola chiave del film. Semplice come le canzoni semplici che Fred ha scritto per sua moglie, quelle più importanti, quelle che solo lei ha cantato.
Semplice ma non leggero. Ironico sicuramente, non esagerato come lo è stato ne “La grande bellezza” ma poetico, incisivo e spesso cinico. Ma da sempre credo che dietro la capacità di raccontare il cinismo e quindi le fragilità delle persone si nasconda una profonda sensibilità. E Paolo Sorrentino decide di dichiararla questa sensibilità e di raccontarla attraverso immagini meravigliose che fanno da cornice perfetta alla storia.
Siamo ai piedi delle Alpi in un elegante albergo, Fred e Mick (Harvey Keitel), due vecchi amici, trascorrono una vacanza all’insegna di fanghi, check up medici, massaggi, saune e bilanci.
Sono entrambi quasi ottantenni e sembra che per loro sia arrivato il momento di rendersi conto di tante cose. Mick, un regista ancora in attività, è il più emotivo tra i due: “Tu hai detto che le emozioni sono sopravvalutate, è una vera stronzata, le emozioni sono tutto quello che abbiamo”.
“Youth – La Giovinezza”è un film di grandissime speranze, che parla a tutte le generazioni.
Quelle dei nostri nonni, dei nostri genitori – non è mai troppo tardi per riscattarsi con i propri figli e tornare a esserci – ai giovani, quelli che vedono la “montagna del futuro” sempre più vicina, ai ragazzini che spesso capiscono prima degli adulti la verità: “Nessuno nel mondo si sente all’altezza”. Insomma c’è sempre un futuro nonostante ci sia un passato importante che pesa. C’è sempre una “giovinezza” da vivere. Basta volerlo.
C’è anche Maradona, finto. Panzone e senza fiato, ma comunque campione. C’è Jane Fonda in un cameo che rimarrà nella storia. C’è Paul Dano che è bravissimo. C’è Rachel Weisz che è bellissima. C’è Paloma Faith, vera. Che, come dice Cane nel film, fa il mestiere peggiore del mondo: la popstar. C’è Mark Kozelek, vero. C’è Sumi Jo, vera. Che canta emozionando.
E poi c’è una colonna sonora (Warner Music) potentissima e con un ruolo fondamentale nella sceneggiatura.
Il film è prodotto da Nicola Giuliani, Francesca Cima, Carlotta Calori e Indigo Film è stato venduto in oltre 75 paesi. Dal 20 maggio in oltre 500 copie in tutti i cinema italiani per Medusa.
Io sono Silvia, ho 33 anni e faccio la giornalista e l'attrice. Amo ascoltare le storie delle persone e raccontarle nuovamente, a modo mio. Cerco sempre di trovare il lato divertente delle cose. Rido spesso di me e amo l’ironia, in tutte le sue forme.
Andate a vedere “Youth” di Paolo Sorrentino
Silvia RossiPaolo Sorrentino non va capito, non va difeso, non va spiegato. Il cinema di Paolo Sorrentino va toccato.
“Perché toccandosi si capiscono molte più cose. Ma la gente preferisce parlare”. È questo il pensiero della massaggiatrice dell’ex compositore e direttore d’orchestra Fred Ballinger (Michael Cane) che solo dopo aver toccato la pelle del suo cliente, dichiara che il massaggio del giorno sarebbe stato differente, perché ha riconosciuto che è stressato, anzi, emozionato.
“Youth – La Giovinezza” non avrà bisogno di tante parole per essere raccontato e capito. E chi dice che il regista è sempre più Felliniano e che per “capire” il suo cinema bisogna essere un po’ sognatori, penso non abbia colto davvero l’essenza del suo linguaggio.
Perché in “Youth – La Giovinezza” racconta con estrema semplicità temi e sentimenti universali. “Semplice” è infatti la parola chiave del film. Semplice come le canzoni semplici che Fred ha scritto per sua moglie, quelle più importanti, quelle che solo lei ha cantato.
Semplice ma non leggero. Ironico sicuramente, non esagerato come lo è stato ne “La grande bellezza” ma poetico, incisivo e spesso cinico. Ma da sempre credo che dietro la capacità di raccontare il cinismo e quindi le fragilità delle persone si nasconda una profonda sensibilità.
E Paolo Sorrentino decide di dichiararla questa sensibilità e di raccontarla attraverso immagini meravigliose che fanno da cornice perfetta alla storia.
Siamo ai piedi delle Alpi in un elegante albergo, Fred e Mick (Harvey Keitel), due vecchi amici, trascorrono una vacanza all’insegna di fanghi, check up medici, massaggi, saune e bilanci.
Sono entrambi quasi ottantenni e sembra che per loro sia arrivato il momento di rendersi conto di tante cose. Mick, un regista ancora in attività, è il più emotivo tra i due: “Tu hai detto che le emozioni sono sopravvalutate, è una vera stronzata, le emozioni sono tutto quello che abbiamo”.
“Youth – La Giovinezza” è un film di grandissime speranze, che parla a tutte le generazioni.
Quelle dei nostri nonni, dei nostri genitori – non è mai troppo tardi per riscattarsi con i propri figli e tornare a esserci – ai giovani, quelli che vedono la “montagna del futuro” sempre più vicina, ai ragazzini che spesso capiscono prima degli adulti la verità: “Nessuno nel mondo si sente all’altezza”.
Insomma c’è sempre un futuro nonostante ci sia un passato importante che pesa. C’è sempre una “giovinezza” da vivere. Basta volerlo.
C’è anche Maradona, finto. Panzone e senza fiato, ma comunque campione.
C’è Jane Fonda in un cameo che rimarrà nella storia.
C’è Paul Dano che è bravissimo.
C’è Rachel Weisz che è bellissima.
C’è Paloma Faith, vera. Che, come dice Cane nel film, fa il mestiere peggiore del mondo: la popstar.
C’è Mark Kozelek, vero.
C’è Sumi Jo, vera. Che canta emozionando.
E poi c’è una colonna sonora (Warner Music) potentissima e con un ruolo fondamentale nella sceneggiatura.
Il film è prodotto da Nicola Giuliani, Francesca Cima, Carlotta Calori e Indigo Film è stato venduto in oltre 75 paesi. Dal 20 maggio in oltre 500 copie in tutti i cinema italiani per Medusa.
Silvia de I Trentenni
Silvia Rossi
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