Non ho mai fatto un bilancio, né so bene cosa sia…dovrebbe essere una sorta di riepilogo delle entrate/uscite che ti dice se la tua azienda va bene. Più o meno.
In sostanza se il gioco vale la candela, se i tuoi obiettivi sono in quantità pari ai tuoi risultati, se le tue aspettative corrispondono alle tue realtà (sì, plurale, perché non ce n’è mai una sola), se sta succedendo quello che pensavi sarebbe successo.
Ecco il mio bilancio è un successo, perché non è successo nulla di quello che pensavo sarebbe successo. Voglio dire a 18 anni se ne pensano tante…la cosa figa dei 18 anni è che le puoi pensare tutte.
Puoi diventare qualsiasi cosa se hai le idee chiare, un po’ di soldi e una gran bella botta di culo.
Io le idee chiare non le avevo allora e meno che meno adesso, ma se prima pensavo fosse una cosa brutta ora penso sia la mia salvezza.
Sì, perché così non mi arrenderò mai né cederò sconfitta ai vari: Hai 30 anni, fatti una famiglia
Hai 30 anni…e l’orologio biologico?
Hai 30 anni, dovresti saperlo… Hai 30 anni, metti la testa a posto
Hai 30 anni, io alla tua età…
Hai 30 anni, è ora di pensare al tuo futuro
La testa è già a posto: metà sulle nuvole e metà sulla terra. Mi sento piuttosto equilibrata in questo bipolarismo in bilico tra quello che ho fatto e quello che sarò.
A 30 anni (sì, sì, ok, 33, e che diamine!) dovrei sapere e so (perché ci sono arrivata dopo molti ragionamenti-barra svarioni-barra trip mentali, mica per scienza infusa, le illuminazioni arrivano come stelle candenti la notte di San Lorenzo) che non puoi mai sapere quello che ti può capitare, e che il segreto, sta nell’essere sempre attenti a quello che ci è attorno.
Proprio sotto il nostro naso, a portata di occhi. Occhi occhi (blu, marroni, neri, verdi, grigi a striature azzurre) e occhi interiori. Ci sono un’infinità di segnali che spesso per noi sono come i numeri di telefono ai quali manca una cifra: inesistenti.
A 30 anni…ok.
A TRENTATRE anni so che ognuno ha il suo tempo, il suo orologio, il suo percorso e i suoi lavori in corso, le sue accelerate e le sue inchiodate, così forti che lasci due metri di striscia nera per terra.
So che non è detto che tutti dobbiamo fare così, perché io ho scelto il mio tempo, quello che rispetta la mia evoluzione e gli anni che mi sono dati da vivere in questo Mondo, io ho scelto di non seguire uno schema che va bene per gli altri.
Che poi, diciamocelo in faccia, ma rispondiamoci con coraggio: quelli che “perché è il momento, perché ormai è ora, perché ho 30 anni”…ma secondo voi, sono felici? Lennon questo lo aveva capito un po’ di anni prima. Credo che i “TRENT’ANNI” non siano quando spegni per la trentesima volta le candeline sulla torta, ma quando ti rendi conto che le scelte che stai facendo, le fai con consapevolezza (ma sempre un pizzico di incoscienza eh, che mica siamo in borsa).
I TRENT’ANNI, per come la penso io, in questa vita, sono la consapevolezza di sé, ma ancora prima, l’amore di sé. L’amore di tutto quello che siamo stati, l’amore di una collezione di momenti, l’amore di una stanza di ricordi, l’amore di sentirti figa ad averne passate tante ed essere ancora qua.
E anche l’amore di sentirti una fallita inconcludente squattrinata acida bipolare in preda ai cicli ormonali che ti governano più che la luna piena con un lupo e maledetta quella volta che sono nata donna. Ti ami anche così, buffamente isterica. Soprattutto così, buffamente isterica. Perché furbamente sai che ti conviene amarti anche così buffamente isterica visto che…ho perso il filo. Eh con l’età che avanza capita.
C’è chi, i TRENT’ANNI, li raggiunge a 20 (prima no dai, cioè bisognerà un attimo avere il tempo tecnico di fare esperienza no?), 25, 30, 36, 40, 45, 80, mai.
E quel “prego SIGNORA”che mi dicono i ragazzini oppure i commessi nei negozi o in banca, non mi fa sentire VECCHIA, mi fa sentire DONNA. E FIGA anche. Certo le prime volte fa un certo effetto, cioè ti giri per vedere se lo stanno dicendo a te, e sì, ci sei solo tu!
Senti un brividino lungo la schiena stile “tocca a te”.Inutile che ci raccontiamo palle, dispiace vedere che il tuo corpo cambia. Il tuo metabolismo poi è proprio incazzatonero con te e ti fa pagare tutti quei big Mac mangiati con leggerezza“ma sì, tanto cosa vuoi che sia”. Ecco, adesso è lì davanti a te, con sguardo da resa dei conti.
Dispiace dover dare la caccia ai capelli bianchi, che appena abbassi un attimo la guardia ti svegli con un riflesso di luna in testa. Dispiace anche metterci così tanto per riprenderti da una notte brava.
Cioè cavolo, prima lo facevi durante la settimana con nonchalance…dispiace un po’, ma non è invalidante.
Cioè non è che vai in analisi perchè non lo accetti. Oddio a pensarci bene c’è chi lo fa. “Prego SIGNORA!” mi fa essere fiera che si veda, e orgogliosa di essere perfettamente in linea con la mia naturale evoluzione.
L’evoluzione non si misura in “cose fatte entro i termini” ma in “quanto sono capace di non darmi per scontata”. Che fatica ragazzi.
Sarebbe più facile il conforto della rassicurazione di uno stile di vita imposto da altri: “Fai così perché una brava donna fa così”, “una della tua età fa così”, “la religione dice così”, “perché così è bene e così è male”.
Cioè ti risparmi tutta una serie di sbattimento morale, intellettivo, emotivo che puoi anche smettere di farti la tinta perché i capelli bianchi ti dicono “ok, torniamo neri”.
Ma io AMO questo sbattimento. Amo cambiare idea, amo pensare in modo diverso da 3, 5, 10 anni fa.
Ecco i capelli bianchi mi scocciano assai, perché odio fare la tinta. (terza volta che li nomino sti capelli bianchi, certo importunano il mio bellissimo colore naturale, di cui vado molto fiera) Meglio tardi che mai / a volte tardi è tardi. Sono vere entrambe.
La data di scadenza vale solo per i latticini. É tardi solo quando sei morto.
Finchè sei vivo è sempre il tempo buono per…lascio a voi l’ultima parola.
(approfittatene perché non succederà spesso, ma oggi è il mio compleanno e sono un po’ più buona)
Questo spazio è dedicato alle vostre storie. Riflessioni, propositi, affanni, sogni, ricordi, speranze, cicatrici, obiettivi, preoccupazioni, desideri. Parole sparse, pensieri e riflessioni. Voglia di raccontarsi o semplicemente di sentirsi come a casa. Scriveteci a itrentenni@gmail.com
Bilancio dei miei 33 anni (Dialogo/monologo)
itrentenniNon ho mai fatto un bilancio, né so bene cosa sia…dovrebbe essere una sorta di riepilogo delle entrate/uscite che ti dice se la tua azienda va bene.
Voglio dire a 18 anni se ne pensano tante…la cosa figa dei 18 anni è che le puoi pensare tutte.
Mi sento piuttosto equilibrata in questo bipolarismo in bilico tra quello che ho fatto e quello che sarò.
Ci sono un’infinità di segnali che spesso per noi sono come i numeri di telefono ai quali manca una cifra: inesistenti.
Credo che i “TRENT’ANNI” non siano quando spegni per la trentesima volta le candeline sulla torta, ma quando ti rendi conto che le scelte che stai facendo, le fai con consapevolezza (ma sempre un pizzico di incoscienza eh, che mica siamo in borsa).
Ti ami anche così, buffamente isterica. Soprattutto così, buffamente isterica. Perché furbamente sai che ti conviene amarti anche così buffamente isterica visto che…ho perso il filo. Eh con l’età che avanza capita.
Ecco, adesso è lì davanti a te, con sguardo da resa dei conti.
Amo cambiare idea, amo pensare in modo diverso da 3, 5, 10 anni fa.
Più o meno.
In sostanza se il gioco vale la candela, se i tuoi obiettivi sono in quantità pari ai tuoi risultati, se le tue aspettative corrispondono alle tue realtà (sì, plurale, perché non ce n’è mai una sola), se sta succedendo quello che pensavi sarebbe successo.
Ecco il mio bilancio è un successo, perché non è successo nulla di quello che pensavo sarebbe successo.
Puoi diventare qualsiasi cosa se hai le idee chiare, un po’ di soldi e una gran bella botta di culo.
Io le idee chiare non le avevo allora e meno che meno adesso, ma se prima pensavo fosse una cosa brutta ora penso sia la mia salvezza.
Sì, perché così non mi arrenderò mai né cederò sconfitta ai vari:
Hai 30 anni, fatti una famiglia
Hai 30 anni…e l’orologio biologico?
Hai 30 anni, dovresti saperlo…
Hai 30 anni, metti la testa a posto
Hai 30 anni, io alla tua età…
Hai 30 anni, è ora di pensare al tuo futuro
La testa è già a posto: metà sulle nuvole e metà sulla terra.
A 30 anni (sì, sì, ok, 33, e che diamine!) dovrei sapere e so (perché ci sono arrivata dopo molti ragionamenti-barra svarioni-barra trip mentali, mica per scienza infusa, le illuminazioni arrivano come stelle candenti la notte di San Lorenzo) che non puoi mai sapere quello che ti può capitare, e che il segreto, sta nell’essere sempre attenti a quello che ci è attorno.
Proprio sotto il nostro naso, a portata di occhi. Occhi occhi (blu, marroni, neri, verdi, grigi a striature azzurre) e occhi interiori.
A 30 anni…ok.
A TRENTATRE anni so che ognuno ha il suo tempo, il suo orologio, il suo percorso e i suoi lavori in corso, le sue accelerate e le sue inchiodate, così forti che lasci due metri di striscia nera per terra.
So che non è detto che tutti dobbiamo fare così, perché io ho scelto il mio tempo, quello che rispetta la mia evoluzione e gli anni che mi sono dati da vivere in questo Mondo, io ho scelto di non seguire uno schema che va bene per gli altri.
Che poi, diciamocelo in faccia, ma rispondiamoci con coraggio: quelli che “perché è il momento, perché ormai è ora, perché ho 30 anni”…ma secondo voi, sono felici?
Lennon questo lo aveva capito un po’ di anni prima.
I TRENT’ANNI, per come la penso io, in questa vita, sono la consapevolezza di sé, ma ancora prima, l’amore di sé. L’amore di tutto quello che siamo stati, l’amore di una collezione di momenti, l’amore di una stanza di ricordi, l’amore di sentirti figa ad averne passate tante ed essere ancora qua.
E anche l’amore di sentirti una fallita inconcludente squattrinata acida bipolare in preda ai cicli ormonali che ti governano più che la luna piena con un lupo e maledetta quella volta che sono nata donna.
C’è chi, i TRENT’ANNI, li raggiunge a 20 (prima no dai, cioè bisognerà un attimo avere il tempo tecnico di fare esperienza no?), 25, 30, 36, 40, 45, 80, mai.
E quel “prego SIGNORA” che mi dicono i ragazzini oppure i commessi nei negozi o in banca, non mi fa sentire VECCHIA, mi fa sentire DONNA. E FIGA anche. Certo le prime volte fa un certo effetto, cioè ti giri per vedere se lo stanno dicendo a te, e sì, ci sei solo tu!
Senti un brividino lungo la schiena stile “tocca a te”. Inutile che ci raccontiamo palle, dispiace vedere che il tuo corpo cambia.
Il tuo metabolismo poi è proprio incazzato nero con te e ti fa pagare tutti quei big Mac mangiati con leggerezza “ma sì, tanto cosa vuoi che sia”.
Dispiace dover dare la caccia ai capelli bianchi, che appena abbassi un attimo la guardia ti svegli con un riflesso di luna in testa. Dispiace anche metterci così tanto per riprenderti da una notte brava.
Cioè cavolo, prima lo facevi durante la settimana con nonchalance…dispiace un po’, ma non è invalidante.
Cioè non è che vai in analisi perchè non lo accetti. Oddio a pensarci bene c’è chi lo fa.
“Prego SIGNORA!” mi fa essere fiera che si veda, e orgogliosa di essere perfettamente in linea con la mia naturale evoluzione.
L’evoluzione non si misura in “cose fatte entro i termini” ma in “quanto sono capace di non darmi per scontata”. Che fatica ragazzi.
Sarebbe più facile il conforto della rassicurazione di uno stile di vita imposto da altri:
“Fai così perché una brava donna fa così”, “una della tua età fa così”, “la religione dice così”, “perché così è bene e così è male”.
Cioè ti risparmi tutta una serie di sbattimento morale, intellettivo, emotivo che puoi anche smettere di farti la tinta perché i capelli bianchi ti dicono “ok, torniamo neri”.
Ma io AMO questo sbattimento.
Ecco i capelli bianchi mi scocciano assai, perché odio fare la tinta. (terza volta che li nomino sti capelli bianchi, certo importunano il mio bellissimo colore naturale, di cui vado molto fiera)
Meglio tardi che mai / a volte tardi è tardi. Sono vere entrambe.
La data di scadenza vale solo per i latticini. É tardi solo quando sei morto.
Finchè sei vivo è sempre il tempo buono per…lascio a voi l’ultima parola.
(approfittatene perché non succederà spesso, ma oggi è il mio compleanno e sono un po’ più buona)
Margherita
itrentenni@gmail.com
itrentenni
Riflessioni, propositi, affanni, sogni, ricordi, speranze, cicatrici, obiettivi, preoccupazioni, desideri. Parole sparse, pensieri e riflessioni. Voglia di raccontarsi o semplicemente di sentirsi come a casa.
Scriveteci a itrentenni@gmail.com
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