Il parrucchiere cinese

Edward-ScissorhandsSono Gill, la trentenne che lavora un saaaaacco.

Bene, oggi è successa una cosa incredibile: sono uscita dal lavoro alle 19.
Si, le DICIANNOVE! Ah si, state pensando che è un orario normale…beh, per me si tratta più di un miracolo.

Euforica di questo evento, ho deciso di concedermi lo sfizio di andare dal parrucchiere. Solo dopo poco ho realizzato che a quell’ora tutti i parrucchieri sono chiusi, e mi rimaneva una sola scelta: il parrucchiere cinese.

Il parrucchiere cinese (nessuna accezione razzista) ha 3 qualità fondamentali: è veloce, economico ed è aperto fino a tardi.
Mi catapulto in questo negozietto sconosciuto: è minuscolo, pieno di lavoratori e avventori, e la temperatura media si aggira intorno agli 800 gradi. Mi fanno accomodare in uno stanzino dove il pavimento é ricoperto di capelli e altro materiale non identificabile (e soprattutto che io non voglio identificare) e vedo lo shampoo della casa: ha il classico aspetto di quelli che provocano una calvizia fulminante alla prima applicazione.

Mi resta una sola via d’uscita: la fuga.

Guardo verso la porta, mi accingo a dirigermi fuori ma dopo pochi passi vengo placcata dalle grinfie di uno shampista dotato di guanto di lattice strappa-capello.

Sono spacciata.

Bene, lascio questo post come testamento: sono uscita viva, ma ho la ragionevole certezza che molto presto mi cadranno i capelli, e forse ho qualche danno al cervello provocato dal phon ustionante.
PERÒ ho speso 6 euro per shampoo e piega.
E sarà meglio che inizi ad abituarmi, perché MOLTO PRESTO rimarrò disoccupata per aver mandato il mio capo a quel paese dopo l’ennesima domenica in ufficio e dovrò stabilire un nuovo tenore di vita….anche se in effetti, se mi cadranno tutti i capelli il parrucchiere mi servirà a poco!

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