Ho compiuto 33 anni, gli anni di Cristo, da poco, tra il primo lockdown e lo spettro del secondo.
Negli ultimi 3 anni ho rivoluzionato completamente la mia vita personale: dopo aver disdetto il mio matrimonio e buttato all’aria 10 anni di storia, ho preso baracca e burattini, il cane, le mie speranze, i miei sogni pesantissimi nella valigia e ho fatto un salto nel vuoto. Lui era una persona speciale, ma non capiva che per me non era arrivata la stabilità e col percorso universitario e lavorativo che avevo intrapreso non mi sarebbe bastato convolare a nozze con il ragazzo storico, cene in famiglia, feste in famiglia, serate a casa con gli amici (che poi ovviamente sono spariti dopo tutto il casino).
Photo by Alex Iby on Unsplash
Volevo arrivare da qualche parte, perchè mi consideravo una di quei pochi fortunati che da piccoli, all’asilo o alle elementari dicevano di voler fare un certo lavoro da grandi e quel lavoro alla fine l’hanno fatto davvero. Non avevo mai avuto dubbi. Laurea, master, specializzazioni varie, corsi, gavetta, fatica, turni di notte, ansie, paure, clienti pazzi, ma un amore incondizionato per quello che facevo. E non volevo essere mediocre, e rimanere nel mio guscio comodo e aspettare di invecchiare, proprio per rispetto nei confronti del mio sogno realizzato. Tutto bene, quindi! Nuova città, nuovo lavoro, nuovo compagno, nuovo amore, nuova situazione.
Photo by Guilherme Stecanella on Unsplash
Già…e invece i veri problemi sono arrivati proprio da quel maledetto sogno. Compensi da fame, al limite della legalità, turni di 11-12 ore, settimane infinite con 65-70 ore settimanali, nessuna certezza, nessun contratto, solo collaborazioni a partita IVA anche quando era palese il lavoro subordinato, in un sistema marcio che non ha niente a che vedere con la realtà che sognavo.
Photo by Sharon McCutcheon on Unsplash
Ma io non mollo. Non mollo perchè a 7 anni dalla laurea, all’alba dei 33 anni, ho un altro sogno: prima o poi troverò anche io la serenità lavorativa che mi merito (e me la merito per davvero), e sogno che anche quelli nella mia stessa situazione la trovino.
I have a dream, again.
E se una volta l’ho realizzato, perchè non dovrei riuscirci di nuovo?
Stay tuned
Questo spazio è dedicato alle vostre storie. Riflessioni, propositi, affanni, sogni, ricordi, speranze, cicatrici, obiettivi, preoccupazioni, desideri. Parole sparse, pensieri e riflessioni. Voglia di raccontarsi o semplicemente di sentirsi come a casa. Scriveteci a itrentenni@gmail.com
Quel maledetto sogno realizzato
itrentenniHo compiuto 33 anni, gli anni di Cristo, da poco, tra il primo lockdown e lo spettro del secondo.
Negli ultimi 3 anni ho rivoluzionato completamente la mia vita personale: dopo aver disdetto il mio matrimonio e buttato all’aria 10 anni di storia, ho preso baracca e burattini, il cane, le mie speranze, i miei sogni pesantissimi nella valigia e ho fatto un salto nel vuoto.
Lui era una persona speciale, ma non capiva che per me non era arrivata la stabilità e col percorso universitario e lavorativo che avevo intrapreso non mi sarebbe bastato convolare a nozze con il ragazzo storico, cene in famiglia, feste in famiglia, serate a casa con gli amici (che poi ovviamente sono spariti dopo tutto il casino).
Photo by Alex Iby on Unsplash
Volevo arrivare da qualche parte, perchè mi consideravo una di quei pochi fortunati che da piccoli, all’asilo o alle elementari dicevano di voler fare un certo lavoro da grandi e quel lavoro alla fine l’hanno fatto davvero. Non avevo mai avuto dubbi. Laurea, master, specializzazioni varie, corsi, gavetta, fatica, turni di notte, ansie, paure, clienti pazzi, ma un amore incondizionato per quello che facevo. E non volevo essere mediocre, e rimanere nel mio guscio comodo e aspettare di invecchiare, proprio per rispetto nei confronti del mio sogno realizzato.
Tutto bene, quindi!
Nuova città, nuovo lavoro, nuovo compagno, nuovo amore, nuova situazione.
Photo by Guilherme Stecanella on Unsplash
Già…e invece i veri problemi sono arrivati proprio da quel maledetto sogno. Compensi da fame, al limite della legalità, turni di 11-12 ore, settimane infinite con 65-70 ore settimanali, nessuna certezza, nessun contratto, solo collaborazioni a partita IVA anche quando era palese il lavoro subordinato, in un sistema marcio che non ha niente a che vedere con la realtà che sognavo.
Photo by Sharon McCutcheon on Unsplash
Ma io non mollo. Non mollo perchè a 7 anni dalla laurea, all’alba dei 33 anni, ho un altro sogno: prima o poi troverò anche io la serenità lavorativa che mi merito (e me la merito per davvero), e sogno che anche quelli nella mia stessa situazione la trovino.
I have a dream, again.
E se una volta l’ho realizzato, perchè non dovrei riuscirci di nuovo?
Stay tuned
G.
itrentenni@gmail.com
itrentenni
Riflessioni, propositi, affanni, sogni, ricordi, speranze, cicatrici, obiettivi, preoccupazioni, desideri. Parole sparse, pensieri e riflessioni. Voglia di raccontarsi o semplicemente di sentirsi come a casa.
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