Ci sono certe cose che almeno una volta nella vita devono essere fatte. Prima, dopo, durante i 30 anni, l’importante è farle.
Una di queste è sicuramente andare a un concerto di Bruce Springsteen.
Non importa che siate fan o meno, Bruce Springsteen è un’esperienza che regala pura adrenalina, secchiate di positività, sorrisi ed empatia che ti viene quasi voglia di uscire dal concerto in quel momento preciso per andare a fare o iniziare a fare tutte quelle cose che hai sempre desiderato.
Perché? Perché si ragazzi, perché ascoltare Bruce Springsteen e la sua band è una rivelazione. Avete presente quando ad un certo punto qualcosa o qualcuno ti è utile a capire che devi andare per quella strada, adesso, senza fermarti? Che per arrivare lì dove hai sempre desiderato devi SUDARE? Sudare, rinfrescarti, asciugarti e poi sudare ancora?
Ieri sera guardavo lo stadio di San Siro pieno, ci saranno state più o meno 60 MILA PERSONE, e sulle note di THE RIVER ho iniziato a piangere. Mi sono resa conto di quante siano 60 mila persone solo avendole di fronte. E poi ho pensato a noi, a me, a VOI, a voi che siete quasi 100 mila qui su Facebook, quasi 20 mila su Instagram, a voi che riempireste uno stadio intero.
Voi Trentenni agitati, divertiti, stanchi ma che non hanno voglia, né la minima intenzione, di smettere di sorridere. Esattamente come ha fatto Bruce Springsteen per 3 ore e mezza di concerto. Non ha mai smesso di sorridere, mai smesso di godersi quel momento, mai smesso di aggredire la musica, prendersela, suonarla, abbracciarla. Non ha mai smesso di correre in mezzo alla sua gente, guardarla negli occhi e ringraziarla intonando Dancing in the dark mentre ci ballava assieme (per davvero eh? Sul palco ha fatto salire tre ragazze e un bambino meraviglioso con il quale ha fatto un assolo di chitarra, si, ha proprio dato la chitarra al bambino e ha suonato con lui).
Tutto normale per Springsteen, tutto non scontato per noi. E mi sono commossa per quello, perché è grazie a voi se noi stiamo realizzando il nostro sogno. Quello di essere utili, nel nostro piccolo, a una generazione. Forse la più bella, perché quella carica che Springsteen a 66 anni ha ancora, la sento nostra, la sento mia. Perché solo scendendo tra la gente, suonando come se si fosse in birreria, al pub, a una festa tra amici ci si sente davvero parte di qualcosa. E noi trentenni vogliamo continuare ad essere parte di qualcosa con voi, per costruirci un futuro che riempia gli stadi: di amore, di musica, di arte, felicità o qualsiasi altra cosa voi vogliate per voi stessi.
Andate a vedere Bruce Springsteen, siate rock, siate degli Hungry Hearts, mordete la vita, fatela vostra.
Silvia
silvia@itrentenni.com
Silvia Rossi
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Ciccio
Sottoscrivo ogni parola, il Boss dal vivo è un’esperienza unica, pazzesca. Una band strepitosa, Bruce che coinvolge tutti, i ragazzini sul palco, la fortunata ragazza che avrà il ballo più bello della sua vita. L’ho visto l’ultima volta a Napoli, tre anni fa, con tanto di scarrozzata d’acqua che non lo.ha fermato. The River partí appena smise di piovere e li ho pianto, lo ammetto. Il finale, una Thunder Road solo chitarra, sussurrata con un vento freddo che attraversava Piazza del Plebiscito. Un trentenne che non ha mia visto Springsteen, o peggio se non lo conosce si è perso e si perde uno dei momenti fondamentali della vita