I trent’anni sono uno spartiacque fondamentale nella vita di una persona.
Ti accorgi strada facendo che tante cose sono cambiate rispetto a 10 anni prima e non fai in tempo a rendertene conto.
A trent’anni cambiano un sacco di cose, cambia forse tutto e ci metti sempre un bel po’ a riordinare la vita.
Pensieri, idee, visione del mondo, progetti e sogni. Tutti quelli che a vent’anni ti sembrava di poter portare avanti con facilità e con energia pura, si mescolano fra di loro, fanno confusione, si sovrappongono. Alcuni li perdi e non li ritrovi più.
A trent’anni cambi di testa, cambi fisicamente e cambi soprattutto di cuore. Alcuni diventano paranoici al solo pensiero di un’età che avanza e non ti aspetta. Si diventa lunatici perché vuoi delle cose e non le riesci a ottenere. Si diventa responsabili e maturi. Si imparano un sacco di cose.
Il tuo personale modo di vivere, si delinea giorno dopo giorno. Il cambiamento che avviene nella testa, ti prende anche il corpo.
E cambiano gli orari.
A vent’anni non esistevano sabati sera a casa. Adesso hai imparato a memoria tutto il palinsesto televisivo della prima e della seconda serata.
A vent’anni volevi che una settimana non finisse mai, adesso non vedi l’ora che arrivi il weekend per fare festa col tuo riposo programmato.
Il fisico ti chiama, si fa sentire quando vorresti fare qualcosa che prima era “normalità” e adesso è “strafare”.
Impari a convivere con lo stress mentale di una settimana piena zeppa di lavoro e impegni.
Dormi poco perché dormire sai che è diventato un lusso. Di tempo ne hai poco perché se prima c’erano i tuoi genitori a sbrigarti le commissioni, adesso te le devi fare tu.
L’energia diminuisce e hai sempre quella maledetta impressione di essere stanco. Se fai seratona, la domenica sei una pianta moribonda sul letto. Se giochi a calcetto con gli amici, sai che oltre a boccheggiare come un sub in preda a un’embolia, ti ritrovi la sera a letto con i dolori di un vecchio di settant’anni.
Il cerchio dell’orario si chiude con il metabolismo. Se prima te ne sbattevi le palle del tuo stomaco, del tuo fegato, perché tanto potevi mangiare qualsiasi cosa a qualsiasi ora, adesso ingrassi anche se prendi una boccata d’aria in balcone.
E allora cambi l’alimentazione, cerchi di stare attento, di mangiare regolare perché altrimenti poi ti tocca guardarti allo specchio e farti schifo da solo. Cambia la testa. Prima facevi a botte per la squadra del cuore, ora ti confronti con gli altri parlando di politica ed economia anche se non ne capisci un cazzo, ma solo perché sei consapevole di vivere in un Paese di merda.
Cambia la testa perché ti butti a capofitto sul lavoro, perché sai che da quello e solo da quello, dipendono le tue entrate economiche che ti permettono di passarti quei pochi piccoli vizi e piaceri.
Cambia la testa, perché anche se rimani, la solita testa di cazzo che eri a vent’anni, fai camminare di più quell’angolino di cervello dove ci sta dentro tutta la maturità accumulata negli ultimi 10 anni.
Cambia la testa perché vedi i tuoi coetanei sposarsi o fare figli e non pensi che siano folli, ma sei felice per loro e vorresti esserlo anche tu, così.
E qui ti cambia il cuore. Quello vecchio di quando avevi vent’anni, così aperto, limpido e libero, adesso porta su le esperienze negative e i sacchi neri dei ricordi più belli!I sacchi neri di quello che poteva essere e non è.
Ce l’hai stanco il cuore a trent’anni, affaticato dai brandelli mancanti che hai sperperato si, con nottate adrenaliniche, ma spesso e volentieri con persone che te lo hanno stropicciato per bene.
Il tuo cuore nuovo, trentenne di zecca, adesso molto spesso non corre da solo. Aspetta la mente e nel loro conflitto naturale, cercano e talvolta trovano un compromesso per poter procedere di pari passo.
Sai che adesso hai un cuore meno pazzo e più gestibile, ma sai bene che ad esso non si comanda mai e qualche volta si permette da solo, una gita fuori porta non propriamente programmata, con conseguente giramento di palle successivo.
Le fai le minchiate a trent’anni, eccome no. Molte di meno rispetto a prima, certo. Ma a trent’anni le cazzate hanno un prezzo più alto. Non sono sicuramente le sfuriate dei prof o i rimproveri puntuali dei genitori.
Le paghi care perché ti rendi conto dopo, che non hai più tempo per raggiungere i tuoi coetanei in quella dimensione tanto sognata.
E allora diventi, rigido, intransigente, selettivo.
Se le cose non vanno bene con una persona, non stai tanto li a rimuginare, tagli e passi avanti. Questo cuore ormai non ti permette più di correre e soprattutto di rincorrere. O è bianco o è nero. Il grigio non ti sta più bene.
Quella sensazione di stare sospeso in bilico a certe situazioni scomode, se prima ti eccitava adesso ti stressa.
Ti concedi mille avventure sessuali, perché signori diciamocelo, a trent’anni sei nel pieno periodo di quella attività.
Ma ogni volta che ti alzi da un letto, ti rimane un altro ennesimo profumo addosso e niente di più. E allora tornano a bussare alla porta le tue priorità che per qualche ora avevi solo accantonato. Ritornano i pensieri in una sera qualunque dove ti assale affamato il tuo solito stesso dubbio.
Sei te che sei sbagliato o il mondo la fuori non ti calza come vorresti? È una fatica enorme avere trent’anni oggi.
Più di quanto uno a vent’anni avrebbe potuto mai immaginare. Ma hai la consapevolezza e la maturità giusta per tirare fuori il trucco che ti ha sempre accompagnato esattamente fino a qui, fino a dove sei adesso.
Il sorriso.
G.
itrentenni@gmail.com
itrentenni
Riflessioni, propositi, affanni, sogni, ricordi, speranze, cicatrici, obiettivi, preoccupazioni, desideri. Parole sparse, pensieri e riflessioni. Voglia di raccontarsi o semplicemente di sentirsi come a casa.
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max
Salve,
il post mi ha incuriosito tanto, è fatto molto bene, ma purtroppo hanno un punto debole questo genere di argomenti, di non indifferente entità, cioè che non hanno una validità oggettiva, cioè non è cosi per tutti i trentenni. Sono discorsi sempre soggettivi, ognuno ha la sua storia, i suoi errori, le fasi della vita, per quanto possano essere le stesse non si presentano in tutti nello stesso arco di tempo..Può essere il sesso, il lavoro la famiglia, i figli, gli studi, gli amori, le nottate adrenaliniche, e perchè no la forza fisica e mentale,Questo tipo di esperienze purtroppo la vita non c’è li presenta con un ordine cronologico ben preciso, sarebbe bello se fosse cosi, ma la realtà è che non lo è.Non è detto che a 30 anni non si esce più il sabato sera o che si è raggiunta una certa maturità.Questo tipo di approccio e circostanza di vita, descritta nel suo post, appartiene ad un individuo che ha vissuto i primissimi anni della vita in modo sregolato , si suppone, con varie esperienze di natura sessuale, e nottate fuori casa. OK , adesso questo individuo è stanco perchè ha già sperimentato nei primi anni della vita il divertimento in generale e adesso sente di dentro di diventare più maturo..C’è un Ma, che questa storia non si allinea in tutti i trentenni, ma ad alcuni trentenni, perchè può accadere esattamente l’opposto, e cioè aver vissuto i primi anni della vita in modo maturo, per poi sentire di dentro che in quel modo non funziona piu’, e iniziare a sperimentare un vita più sregolata che si allinea a quella descritta nei vent’anni vissuti dall’individuo ipotetico descritto nel post. Le esperienze della vita, servono per il raggiungimento di un’equilibrio interiore .Il mondo interiore può avere certe esigenze in determinate fasi di vita, e non è che se hai trent’anni, o quarant’ anni, il mondo interiore non te li fa sentire più, ma continua incessantemente a mandarti esigenze senza sosta in qualsiasi modo, questo per trovare sempre il proprio equilibrio. la verità è che l’età è solo un numero, viene ignorata dal mondo interno, questo non perche sia stupido, ma anzi è perchè è molto più saggio e intelligente dei nostri pregiudizi, e sa benissimo che non è mai troppo tardi per la qualsiasi cosa Significa essere stupidi opporcisi, perchè si aumenta la sofferenza. e si va contro se stessi. atteggiamento molto pericoloso che può portare all’autodistruzione, e quindi depressione. Il mio messaggio è non etichettiamo il tempo con precise esperienze di vita che devono essere vissute in un determinato decennio , se no troppo tardi. Questo lavoro va lasciato a un’ntelligenza superiore a tutti gli esseri umani, che è quella che governa il destino, e quindi le esperienze correlate all’istante nella vita di ciascun individuo, che devono verificarsi in un momento preciso ma diverso per ognuno di noi, questo perchè siamo tutti diversi nella somiglianza.
itrentenni
Grazie per averci scritto il tuo punto di vista.