Dica trentatré

33 non è una cifra tonda, ma è una cifra palindroma che, da qualsiasi punto la guardi, non ammette sconti. Sono bellissimi questi 33: ho finalmente un lavoro stabile, un lavoro che adoro e in cui sono brava. Un lavoro che ho conquistato partendo da zero, come si diceva una volta. Ho una casa, davvero mia. E io so quanto valgono queste quattro mura, non solo perché vedo la rata del mutuo, ma perché ho sempre avuto al massimo una stanza, con la cucina e il bagno in condivisione, e mai una libreria o un divano degni di questo nome.

Photo by Jarosław Ceborski on Unsplash

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E, più di tutto, ho una persona che è la mia casa, che ho aspettato per un sacco, ma proprio un sacco, di tempo. Sono in salute, forse con qualche chilo di troppo perché svegliandomi prestissimo finisco sempre per fare tre colazioni, però ho ancora l’aria da ragazzina e le energie per fare tutto quello che voglio. Sono anche difficilissimi questi 33: il mio lavoro è a 100 km da casa che è, a sua volta, a 70 km dalla mia persona-casa. Ci sono sempre di mezzo un sacco di treni in ritardo. Non ho scelto di non avere figli, ma mi sono resa conto che, una serie di scelte che ho fatto, mi hanno portato a non averne. E adesso è un casino. Non è solo colpa dell’orologio biologico.

Photo by Loic Djim on Unsplash

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È più qualcosa che ha a che fare con la solitudine. Non ho recite dell’asilo o corsi preparto o giornate dell’orientamento cui partecipare. Non ho quella famiglia di amici con cui trascorrere le vacanze, che magari non si ha moltissimo da dirsi ma “almeno i figli stanno in compagnia”. Iniziative se ne potrebbero prendere ovviamente parecchie, solo che è come quando tutte le tue amiche sono fidanzate e tu no. Potresti, ad esempio, “esplorare” il mondo: il Natale al caldo, o corsi di vario tipo come lo yoga, cibo bio e vino senza solfiti, o gruppi di appassionati di cose faticose come il trekking o il jogging… probabilmente alcuni ti accuserebbero di non voler crescere, altri (nella migliore delle ipotesi) ti direbbero: “beata te che hai tutto questo tempo libero”.

Photo by Joanna Kosinska on Unsplash

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Ho sempre pensato che, studiando e mettendo al servizio degli altri le mie capacità, potessi fare un po’ la differenza nel mio piccolo ogni giorno, invece sembra che, l‘unica cosa che faccia la differenza sia diventare genitori. Se lo dicono tutti, ci sarà almeno un po’ di verità. E poi è qualcosa che ha a che fare con le aspettative. Se non hai figli, sei tenuta ad essere più brava nel lavoro, ad essere sempre di bell’aspetto e mai trasandata.

Photo by rawpixel on Unsplash

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Se non hai figli, non hai veramente necessità di ferie o di rientrare a casa la sera ad un orario decente. Se non hai figli, puoi spostarti di città in città o di Paese in Paese senza colpo ferire. Se non hai figli, dovrai sempre giustificare il motivo per cui non li hai, ma senza troppo accanimento, se no poi sembri frustrata. Sono difficilissimi questi 33, che sono una cifra palindroma, e sono bellissimi se riesci a camminare con il tuo bagaglio di cose ancora da vivere, senza soffermarti troppo a guardare, cosa succede nelle vite degli altri.

C.

itrentenni@gmail.com

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