35 anni tra poco

Tra un mese 35 anni… e mi trovo a riflettere su cosa ho fatto e cosa sogno di fare ancora.
35 sono lo spartiacque tra l’essere un “vecchio” giovane e un giovane “vecchio” (non me ne vogliano i quarantenni).
È l’età in cui non sai più a chi appartieni, in cui ogni tanto riesci ancora a pensare di reggere le 3 di notte e qualche cocktail in più… ed effettivamente ce la fai ancora fino alle 3, se sei in buona compagnia… il problema è il giorno dopo, quando inizi a imprecare il preciso momento cui ti è venuto in mente di bere quel bicchiere in più.

Photo by Kelly Sikkema on Unsplash

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35 anni, un marito, una figlia, 2 lauree.
35 anni e forse, a settembre, il tempo indeterminato.
35 anni e la consapevolezza di aver scelto la certezza dei sentimenti una volta capito che dalla mia prima laurea sarebbero passati 12 anni prima di avere un lavoro certo. 
La mia vita è cambiata nel giro di 3 anni, quando ho iniziato non solo a essere egoista, ma anche quando, dopo essermi lasciata alle spalle con grande difficoltà il primo grande amore, ho capito che ero Io il centro del mio mondo, che la vita è una e non esiste nessuno che la possa veicolare dove tu non vuoi, che ciò che importa è essere felici e con la coscienza a posto sia nei propri confronti che nei confronti degli altri.

Photo by Natalie Collins on Unsplash

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Ho conosciuto mio marito e abbiamo deciso di sposarci:
“Ma come così giovani??” Dicevano tutti.

Ci siamo sposati e abbiamo fatto una bambina:
“É capitato vero??” Dicevano tutti.

Ero incinta e ho deciso che era arrivato il momento di seguire la mia strada, di fare quella facoltà che avevo sempre sognato, buttarmi nella mischia e vedere come andava… “Sei impazzita?? Dicevano tutti!!
Tanto ero comunque disoccupata e la laurea “buona” non è che mi fosse servita granché. 
Quando mi sono diplomata erano tutti convinti che avrei spaccato il mondo, me lo dicevano tutti: “Con quella bella testa chissà che carriera farai”.

Photo by Element5 Digital on Unsplash

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Dopo la laurea mi ero convinta anch’io che, nonostante i miei studi non fossero quelli desiderati, sarei riuscita a realizzarmi e, perché no, anche ad arricchirmi perché qui al sud si pensava ancora che il famoso “pezzo di carta” ti aprisse infinite strade nel mondo del lavoro. 
Un lavoro che avrei sopportato, anche se non era la mia passione, che mi avrebbe permesso ipoteticamente di fare carriera, e invece no, nessun contratto, nessuna prospettiva, nessuna ricchezza
Allora ho deciso: ricomincio a studiare, tanto se devo essere disoccupata almeno lo sarò in ciò che mi piace.

Photo by Matt Ragland on Unsplash

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E così mi sono ritrovata ad allattare mentre preparavo un esame, a passare notti insonni con un biberon in una mano e l’evidenziatore nell’altro, a fare lavoretti per racimolare qualche euro (con la gente che mi diceva che mi stavo “sottodimensionando”… ma che vuol dire poi: non hanno tutti i lavori la stessa dignità??).
Sono felice di tutto ciò?
Ora sì, perché faccio ciò che mi piace, perché ho sudato e lottato contro il giudizio di tanti.
Perché non faccio ciò che mi potrebbe rendere ricca, ma faccio ciò che mi piace.
Perché ho sorriso a chi mi diceva che era troppo presto metter su famiglia, troppo pazza per cambiare strada nel mondo del lavoro per riprendere la mia vita in mano e non essere una cronica infelice.
Sono felice perché tra un mese avrò 35 anni e sono libera di essere me stessa.

R.
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